Circa un anno fa, il giornalista e critico gastronomico Valerio Visintin del quotidiano Il Corriere della Sera giudicava la Pizzeria Martino di Via Farini n. 8 a Milano la migliore pizza al trancio della città, mentre, a proposito della sua cotoletta milanese sentenziava che “non le dai due lire e invece vale un tesoro“. Settimana scorsa, inoltre, sempre il critico Visintin, raddoppiava le lodi del locale e, durante la presentazione del libro Pappamilano 2011, confermava in toto il giudizio eccellente sulla pizza al trancio e su Martino specificatamente.
Con tale biglietto da visita, abbiamo provato il locale qualche giorno fa, è vero il posto e tra i più economici della città, la pizza è buona, non ottima (non la migliore in città), ma riteniamo che il prezzo non è tutto nella vita di un ristorante, ecco, dunque la nostra recensione che spiega perché, per il nostro inviato, il locale è out ed è stato bocciato.
1) difficoltà ad arrivarci e a parcheggiare, aspetto importante, ma non essenziale, Via Farini è percorribile solo in una direzione in quel tratto di via (l’altra destinata esclusivamente ai taxi), bisogna entrarci dal centro verso la periferia. Inoltre, vista la vicinanza con i ristoranti di Corso Como, di sera, è praticamente impossibile parcheggiare.
2) due turni (tassativi) per mangiare la sera, il primo va dalle 19.00 alle 21.00, l’altro, dalle 21.00 in poi, un post-it sul muro di fianco al tavolo ti ricorda che alle 21.00 ti devi alzare, gli orari sono rispettati con puntualità maniacale. In pratica, se ci si vuole sedere a tavola alle 20.00, si può fare, ma bisogna portarsi dietro un cronometro.
3) pochi tavoli, troppo vicini fra di loro, obbligano i commensali ad alzare il tono di voce per scambiare due chiacchiere.
4) causa scarsi coperti (max 30 persone) impensabile mangiare senza avere prenotato.
5) la pizza al trancio è buona, ma non eccezionale, molto meglio Spontini e Giuliano se vi piace il genere, la salsiccia che accompagnava una delle pizze ordinate era troppo cruda, mentre la pasta della pizza non era cotta in maniera ottimale.
5) quanto alla cotoletta primavera, come ricorda Visintin, meglio senza pomodorini e insalata, fatto 30, facciamo 31, ideale sarebbe un piattino a parte di patatine fritte, oppure, una porzione di rucola e pomodorini, sempre e comunque a parte (se proprio si vuole, meglio offrire la doppia opzione sopra la cotoletta o a parte).
6) molto buona la vera fiorentina con l’osso (3,50 l’etto, le cose buone della vita costano, molto correttamente vi viene mostrata prima della cottura), impossibile mangiarla con il primo turno, per gustarla appieno, soddisfando il palato, bisogna sedersi al tavolo alle 21.00, mangiare con calma e non con l’assillo di doversi alzare, possibilmente accompagnando il tutto con un buona bottiglia di Chianti (o vino corposo in genere).
Insomma, cari lettori, la moda di Milano del doppio turno al ristorante non tramonta neppure con la crisi, non piace a molti milanesi, tuttavia, bisogna riconoscere che fa bene il proprietario a farlo se poi la sua clientela, continuando a frequentare il locale (soprattutto per il fatto di essere una pizzeria molto economica a Milano), gli dà ragione.