MILANO: COME RICONOSCERE LE UOVA INQUINATE

Mucca pazza, influenza aviaria e adesso attenzione alle uova e alla carne di maiale alle diossina, i consumatori ancora una volta si trovano di fronte a dubbi e incertezze. Cerchiamo di capire cosa e come acquistare in sicurezza le uova e la carne di maiale.

Prima di tutto le uova inquinate alle diossina sono quelle tedesche, quindi il primo passo per riconoscere la provenienza di un uovo è quella di controllare il timbro riportato su di esse, ed avendo la Germania la sigla ‘de’, evitare ovviamente di comprarle, come consigliato anche dall’Aduc l’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori.

Se avete un uovo in frigorifero potete fare voi stessi, seduta stante, il controllo di identificazione: poniamo di avere un uovo la cui scadenza è entro il 28/01 e con la dicitura 3IT007fc381. Il primo numero ovvero il 3 indica il tipo di allevamento, in questo caso il 3 equivale all’allevamento in gabbia ( 0 è la produzione biologica, 1 all’aperto, 2 l’allevamento a terra). La siglia IT indica il paese di produzione in questo caso l’Italia. 007 è il codice Istat del Comune di produzione, FC è la provincia e l’ultimo numero il 381 è il codice dell’allevamento.

Infine esistono le diverse categorie di uova ovvero A e B (a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso, XL, L, M, e S).

Al 99% le uova che vengono consumate in Italia provengono direttamente dai nostri allevamenti, il problema si pone quando si parla di prodotti derivate come ad esempio i biscotti o le paste, anche perchè in questo caso la provenienza delle uova che vengono utilizzate non viene specificata. Una soluzione può essere quella di utilizzare alimenti a denominazione o biologici.

Per quanto concerne l’acquisto della carne di maiale il metodo di tracciatura non è chiaro, una regola base può essere quella di acquistare carne di cui si sappia la provenienza, animali nati, allevati e macellati in Italia. Per quel che concerne i salumi meglio preferire i DOP e gli IGP, prestare attenzione ancora una volta alle etichette nel caso di wurstel, hamburger o insaccati in genere in cui non sia specificata la provenienza della carne suina contenuta. Una scelta sicura, ancora una volta, è quella del biologico anche se economicamente meno conveniente.

Auspichiamo infine che l’etichetta di tracciabilità che esiste oggi per molti alimenti e diversi tipi di carne diventi legge e quindi obbligatorietà anche per la carne di maiale

Anna Sara Balloni – faremilano@gmail.com

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