“Cercheremo un percorso solido, nel quale sicuramente ci presenteremo al Bie con un progetto in cui, comunque sia, non vince e non perde nessuno ma vince sempre e solo Milano“. Con queste parole il Sindaco di Milano Letizia Moratti ha commentato la soluzione trovata per l’annosa questione dei terreni Expo 2015, ha vinto la linea caldeggiata dal Presidente della Regione Roberto Formigoni, si va verso una terza via, non più il comodato d’uso sul quale si era battuta donna Letizia, bocciata anche l’idea dell’acquisto dei terreni.
Il termine tecnico è STU è l’acronimo di Società di Trasformazione Urbana, dal punto di vista pratico è una società a tutti gli effetti (nel caso specifico, 51% per i soci della Pubblica Amministrazione, quota di minoranza per i proprietari dei terreni), composta da soci pubblici e privati, dove, i primi garantiscono l’iter urbanistico e la snellezza delle procedure burocratiche, i secondi, mettono a disposizione le aree e/o i capitali.
Con questa decisione, dunque, si pone fine a tre anni abbondanti di liti e diatribe in merito al discorso delle aree dove dovrà sorgere la manifestazione, alla fine i privati e/o gli immobiliaristi hanno vinto (Cabassi su tutti), il forte guadagno economico è garantito in quanto i soggetti interessati conferiranno i terreni agricoli nella Newco e, a fine Expo, si ritroveranno con i valori decuplicati dal cambio di destinazione d’uso.
Contenti anche i rappresentanti della Pubblica Amministrazione, infatti, con questa soluzione, Comune, Regione e Provincia vedono ridursi notevolmente il proprio esborso di denaro nel breve periodo (essenziale in un momento di crisi economica internazionale).
La Newco, una volta costituita (previsto che i soci andranno dal Notaio nelle prossime settimane), con ogni probabilità, concederà i terreni in comodato alla società per azioni che dovrà organizzare l’evento: in questo caso, tutti d’amore e d’accordo.
Al di là delle critiche che è lecito e, forse, doveroso fare (tre anni per decidere quale strategia adottare, in merito ai terreni, sono un tempo infinito), la soluzione trovata è di buon senso, negli ultimi anni lo strumento urbanistico delle STU ha consentito la realizzazione di importanti progetti urbani che altrimenti non avrebbero visto la luce, nel caso specifico, poi, complice la totale mancanza di disponibilità economica di Comune, Regione e Provincia, questa era, forse, l’unica possibilità di salvare una Esposizione Universale, assegnata alla città di Milano pochi mesi prima della peggiore crisi economica mondiale dal 1929 ad oggi.
Kevin John Carones – faremilano@gmail.com