Cesare Battisti nasce nel 1954 in provincia di Latina e poco più che ventenne ha già collezionato più di un arresto per reati quali furto, rapina e sequestro di persona.
Nel 1976 arriva a Milano, zona Barona, ed è tra i fondatori dei Proletari Armati per il Comunismo (PAC).
A venticinque anni uccide il gioielliere Pierluigi Torreggiani (il figlio rimarrà paralizzato e vive tuttora in carrozzella) e, per questo reato, viene arrestato e condannato a oltre tredici anni di prigione.
Grazie ad una azione terroristica riesce ad evadere dal carcere di Frosinone.
Nel suo particolare curriculum anche l’omicidio del militante MSI Lino Sabbadin, del Maresciallo Antonio Santoro, oltre che dell’Agente Digos Andrea Campagna.
Battisti non sconterà mai più la sua condanna, grazie alla solidarietà di alcuni governi, tra i quali, quello francese e quello messicano, da allora vive sempre all’estero dove si afferma sia come editore di giornale, oltre che per le sue qualità di scrittore.
Quando capisce che il Governo di Parigi lo avrebbe consegnato alle autorità italiane fugge in Brasile dove, ancora una volta, grazie all’appoggio dei governanti, riesce ad evitare l’estradizione.
Arrestato a Rio de Janeiro nel 2007, il Supremo Tribunal Federal si occupa di lui e, con la decisione di oggi, pone la parola fine alla vicenda.
Unica strada possibile per fare scontare ancora la pena a Battisti è il ricorso al Tribunale Internazionale dell’Aja, il Governo italiano ha già annunciato la sua intenzione favorevole, di “vivo rammarico” ha parlato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (anche il Capo dello Stato è intervenuto sulla vicenda), mentre per il leader Pd Bersani la “colpa deriva anche dalla perdità di ruolo internazionale del nostro paese“.
Kevin John Carones – faremilano@gmail.com