Gli ultimi giorni del governo della città da parte del centrodestra, Letizia Moratti ha diffuso la notizia che il bilancio del comune di Milano avesse prodotto un utile di 48 milioni, informazione smentita immediatamente dai revisori dei conti di Pisapia e dal neo Assessore al Bilancio Tabacci, pertanto, ad oggi, non è chiaro quale sia la reale situazione di cassa del comune di Milano.
In questo scenario, assume un certo significato il referendum consuntivo in atto, qualora vincano i sì (la difficoltà maggiore era il raggiungimento del quorum, traguardo raggiunto) bisogna capire cosa farà il neo sindaco e/o come potrà dare seguito, in maniera fattiva, alla consultazione referendaria.
Gli esperti hanno stimato che dare un seguito ai cinque quesiti referendari avrebbe un costo di circa 100 milioni di euro, somma che, stanti i conti dell’Assessore al Bilancio Tabacci non sarebbe disponibile, pertanto, occorre chiedersi come potranno essere trovate le risorse.
A proposito di quesiti, poi, se vincessero i sì i milanesi, con il loro voto favorevole, acconsentirebbero a sostituire le caldaie a gasolio (scheda blu): ci si chiede se i singoli cittadini sapessero anticipatamente che tali lavori sono molto onerosi per i condomini che dovessero accollarsi una simile spesa (non paga certo il Comune di Milano i lavori di riconversione della caldaia).
Il timore di alcuni è che, qualora venga certificato che non ci sono soldi in cassa, i referendum restino lettera morta, anche se, il sindaco Pisapia ha dichiarato più volte che intende dare seguito alla volontà referendaria espressa dai cittadini.
Kevin John Carones – faremilano@gmail.com