SCUDETTO 2006, VERSO LA REVOCA?

“Il procuratore sta per concludere la sua indagine, di fronte ha tre strade: può disporre l’archiviazione perchè il fatto non sussiste, può decidere un eventuale deferimento per le telefonate emerse, e a quel punto la questione prenderebbe la strada della giustizia sportiva; oppure disporre un’archiviazione per prescrizione dei fatti. A quel punto i soggetti interessati avranno a disposizione la relazione del procuratore e potranno trarre le loro conclusioni. Non appena Palazzi avrà concluso il suo lavoro, un giorno prima o un giorno dopo di giovedì 30 giugno, al primo consiglio federale utile, quello del 5 luglio, consegnerò questa relazione affinchè i singoli consiglieri possano farsi un’idea e assumere le decisioni nella riunione successiva in programma il 18. Al momento deambuliamo senza bisogno di una stampella, certo siamo tutti sotto il cielo, ma se non ci facciamo male alle gambe, la stampella dei saggi non servirà”. Queste le parole del Presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio Abete.

In attesa delle decisioni ufficiali, il Presidente dell’Inter Moratti è ottimista e dichiara che “sulla faccenda di Calciopoli 2 e dello scudetto 2006 ho sempre la stessa sensazione: credo assolutamente che noi non c’entriamo nulla con Calciopoli spero che la giustizia mi creda e vada per la strada giusta”.

Anche Andrea Agnelli dice la sua in merito e, a proposito della questione dei diritti televisivi, chiosa: “se per la ripartizione degli euro per i diritti tv vogliamo premiare la meritocrazia, io la condivido. Ma allora dobbiamo prendere in considerazione anche la storia dei club. Noi abbiamo vinto 29 scudetti, il Milan 18 e l’Inter non si sa quanti..”.

Una situazione non semplice, dunque, la sensazione di molti esperti del mondo del calcio (tra i quali ricopre un ruolo di primo piano quel Ruggiero Palombo – Vice Direttore del quotidiano La Gazzetta dello Sport – il quale, nel 2006, anticipò sul suo giornale le sentenze di Calciopoli con una precisione incredibile) è che si vada verso la revoca dello scudetto 2006.

Così fosse, vittoria doppia di Galliani e del Milan che avrebbero, in un solo mese circa, raggiunto e distanziato l’Inter nella corsa alla seconda stella!

Pubblichiamo, infine, qui di seguito, il testo dell’articolo apparso l’altro giorno sul maggior quotidiano sportivo italiano, a firma di Ruggiero Palombo (tra qualche giorno sapremo se, l’esperto giornalista, avrà indovinato anche questa volta).

Kevin John Carones – faremilano@gmail.com 

Trenta giugno, giovedì prossimo. Non è il giorno del giudizio, ma poco ci manca. L’esposto Juve, l’inchiesta sulle sopraggiunte intercettazioni telefoniche dell’Inter: il Procuratore federale Stefano Palazzi sta scrivendo (un centinaio di pagine, venti di memoria riassuntiva) un nuovo e si spera definitivo capitolo su Calciopoli. Dirà al Consiglio federale a quali conclusioni è arrivato. C’è soprattutto da stabilire se lo scudetto 2006 assegnato all’Inter deve rimanere dove sta, nella bacheca di Massimo Moratti. Oppure no, come pensa Andrea Agnelli. E’ possibile, ma non auspicabile, che Palazzi, sommerso dalle carte del calcioscommesse, sfori. Di ore, più che di giorni. La sostanza non cambia. Giancarlo Abete ha fatto una promessa, che merita di essere mantenuta. La partita sullo scudetto 2006 deve essere chiusa.
Tempo di pronostici, ora come allora. Tutto sommato meno complicati di quanto si possa credere, per chi conosce metodo, rigore e convinzioni di Palazzi. Che, se messo nelle condizioni di lavorare, sarà pure lento ma non appare disposto a fare sconti a chicchessia, come ha dimostrato con le radiazioni atto primo, alla Disciplinare. Cominciamo dalle certezze: i presunti reati attribuibili all’Inter sono caduti in prescrizione, dopo 2 anni per la società, dopo 4 per i tesserati. Si può polemizzare all’infinito ma la legge sportiva dice questo. Archiviare per sopraggiunta prescrizione, però, è cosa assai diversa dall’archiviare e basta. E’ lecito ritenere che Palazzi, per niente contento di dover fare i conti con un materiale che 5 anni fa chissà perché e da chi non gli era stato messo a disposizione, finisca col scegliere la prima via.
Il piatto forte saranno però le valutazioni su quello scudetto per il quale la prescrizione non esiste. Qui si entra più che mai nel campo delle ipotesi, ma la domanda da porsi, conoscendo Palazzi, è la seguente: se le telefonate di Moratti e Facchetti fossero state nella sua disponibilità nel 2006 insieme a quelle di Meani, Lotito, Della Valle, Foti, insomma dei dirigenti degli altri club che al di là della Juve sono stati a diverso titolo coinvolti in Calciopoli (e con le dovute proporzioni condannati), l’Inter sarebbe stata archiviata o deferita? Deferita, è la risposta dettata dal buon senso. Ecco perché quello scudetto 2006, giocato tutto sul principio di un’assoluta trasparenza etica, finirà con l’essere rimesso in discussione dalla relazione Palazzi. Di restituirlo alla Juventus, naturalmente, non se ne parla perché le responsabilità di Moggi e C. restano inalterate. Ma la non assegnazione, al pari di quello del 2005, quale memento di una stagione del calcio italiano tutta da dimenticare, diventerà con ogni probabilità la strada maestra. Si tratterà di vedere se il Consiglio federale, già celebre per la propria frammentazione in partiti e partitini, avrà la forza e il senso di responsabilità di procedere, scevro da ogni condizionamento opportunistico.
Caro Abete, se voltandosi indietro dovesse improvvisamente scoprire di essere stato lasciato solo, non se ne crucci e tiri diritto, forte d’un ruolo (scomodo) che comunque le consente di avere l’ultima parola. Questa è una storia che non può e non potrà mai fare tutti contenti. La cosa più importante è metterci la parola «fine».

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