“Il rischio di un treno su due cancellato, l’inaccettabile soluzione di dover almeno raddoppiare il costo dei biglietti, e pesanti risvolti sul piano non solo dell’occupazione, ma anche sul traffico e sulla mobilità“.
Questo lo scenario che si prospetterebbe per i pendolari lombardi nel caso in cui la manovra finanziaria confermasse il taglio di 266 milioni di euro per il trasporto pubblico locale in Lombardia.
A spiegarlo è l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo. “Abbiamo provato a calcolare quali sarebbero le conseguenze se i tagli al trasporto venissero confermati – spiega Cattaneo – e a simulare cosa accadrebbe se raccogliessimo davvero le esortazioni di chi ha sottolineato la necessità che il trasporto pubblico locale cammini con le proprie gambe”. L’assessore ha illustrato nel concreto le pesanti conseguenze “che renderebbero impossibile la mobilità in Lombardia”.
Come annunciato, per far fronte alla manovra dovrebbe essere mediamente eliminata una corsa su due. Concretamente significherebbe che su 2.200 corse in Lombardia oltre 1.000 dovrebbero essere cancellate. Inoltre, ipotizzando che con il raddoppio delle tariffe o il dimezzamento delle corse un quarto dei viaggiatori si sposterebbe dal treno per muoversi in auto, secondo le stime di traffico della Regione si otterrebbe una coda di auto virtuale aggiuntiva da smaltire di circa 6.100 chilometri.
E ancora: per i viaggiatori che continuassero a usare il treno si prevede una perdita di tempo pari a circa 81.000 ore al giorno, ovvero in termini economici a circa 1 milione di euro persi al giorno (12 euro l’ora e almeno 300 milioni l’anno). Inoltre si verificherebbe un aumento del tasso di affollamento dei treni che passerebbe dal 150% attuale nelle ore di punta a una media di affollamento che supererebbe il 250% dei posti offerti. In linea teorica in uno scenario di dimezzamento delle corse nelle ore di punta un treno che oggi offre 650 posti a sedere dovrebbe accogliere 1600 persone.
“Queste conseguenze sono insostenibili – conclude l’assessore – e i numeri che abbiamo mostrato lo confermano pienamente. Il senso delle manifestazioni di questi giorni è di far comprendere l’impraticabilità di questo scenario e la necessità di una misura correttiva per evitare il collasso non solo del trasporto ferroviario, ma dell’intera mobilità lombarda. Non si tratta di un’iniziativa contro qualcuno, ma di far comprendere qualcosa di essenziale”.
Fonte: Omnimilano – faremilano@gmail.com