M4 MILANO FRA TAR, INIZIO LAVORI E TERZA IPOTESI

La metropolitana 4 Blu decide il suo futuro nei prossimi sessanta giorni, da un lato, i tecnici del Comune debbono capire come gestire l’annosa questione dei ritardi dei lavori, dall’altro, si attende la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato dalle imprese che hanno perso l’appalto (per tutti i dettagli in merito: https://faremilano.wordpress.com/2011/07/06/nuova-m4-ricorso-al-tar-ritardo-inizio-lavori/).

Tre le ipotesi che si sono susseguite in questi mesi, in merito alla tempistica dei lavori:

1) Inaugurazione della intera linea entro il 2015 – Questa era l’ipotesi iniziale di Letizia Moratti, quando Expo era stata assegnata, da allora, anche a causa della crisi economica e finanziaria, la possibilità è naufragata.

2) Tratta Linate San Babila entro Expo – Questa seconda ipotesi risolverebbe la congestione di traffico aereo dall’aeroporto al centro città, in vista dell’Esposizione Universale, nei successivi due anni (entro il 2017) si gestirebbe la tratta completa della MM4, fino a Lorenteggio.

3) Tratta Linate Forlanini Fs – Terzo scenario (idea recente), sarebbe un pessimo biglietto da visita per Expo, dopo tre fermate bisognerebbe, infatti, scendere e prendere un treno per arrivare in centro (in alternativa, l’Autobus 73 porta direttamente in San Babila).

L’ipotesi 2) è la preferibile, tuttavia, avrebbe un forte limite economico.

Infatti, la società vincitrice dell’appalto (Impregilo) aveva confermato la tempistica qualora i lavori fossero iniziati a gennaio 2011, mentre, adesso, con il ricorso al Tar, nella migliore delle ipotesi, l’inizio dei lavori avverrà con dodici mesi di ritardo.

Per riuscire nell’impresa di arrivare alla fine dei lavori della prima tratta con un anno di meno a disposizione necessario aumentare il numero delle talpe scavatrici, per farlo, essenziale un aumento dei costi (calcoli economici quantificano il maggior costo in 80 milioni di euro circa), ipotesi non facile, viste le difficoltà espresse dall’Assessore al Bilancio Tabacci.

Una alternativa percorribile potrebbe essere quella di coinvolgere in una piccola tassa (ulteriore) i proprietari di immobili interessati da una linea metropolitana entro una certa distanza dalla fermata, balzello da pagarsi quando si vende la casa, cioè quando, di fatto, si realizza il vantaggio economico.

Infatti, i proprietari immobiliari, con una linea metropolitana nelle vicinanze, oltre a godere di un servizio pubblico veloce e comodo, aumentano il proprio valore della casa/ufficio (la stima è del 5% medio), dunque, potrebbero destinare una quota di questa plusvalenza per favorire quei cittadini che la fermata della metropolitana non ce l’hanno sotto casa.

Kevin John Carones  – faremilano@gmail.com 

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