Il processo Ruby ha avuto una giornata importante lo scorso sabato a Milano, il tribunale ha calendarizzato una serie di udienze nel processo che vede coinvolto il Premier Berlusconi: ventuno per la precisione, si dovrà trovare l’accordo fra le parti per definire esattamente le date, in pratica, l’inquilino di Palazzo Chigi dovrebbe andare a Palazzo di Giustizia tutte le settimane, da inizio dicembre fino a fine maggio, con esclusione del periodo di Natale e Pasqua.
Critico uno dei due legali del Premier (e parlamentare Pdl) Niccolò Ghedini, il quale, a tale proposito, ha dichiarato che “i fatti si prescriveranno nel 2025, ma i giudici corrono lo stesso fissando udienza di sabato io capisco tutto, capisco la corsa per Mills e Mediaset, persino che ci tolgano i testimoni per arrivare a sentenza in fretta a causa della prescrizione vicina. Ma per la vicenda Ruby non c’è ragione di convocarci il sabato“.
Di certo, con la decisione dell’altro ieri, il Tribunale di Milano (volutamente o no, non è dato saperlo) si è messo nella posizione di condizionare la campagna elettorale, qualora si voti nella prossima primavera per le elezioni politiche.
Qualora si voti, una udienza a settimana, infatti, è manna per chi si occupa di sondaggi ed esperti di politica e comunicazione (ci saranno le telecamere fisse in Corso di Porta Vittoria, come gli anni di Tangentopoli?), mentre, in caso la strategia della difesa di Berlusconi invocasse il legittimo impedimento, avrebbero gioco facile il partito di chi sostiene che bisogna farsi giudicare nei processi e non fuggire dai processi.
Ovviamente giudici e magistrati hanno tutto il diritto di portare avanti come meglio credono il proprio lavoro, indipendentemente dall’agenda politica nazionale.
Di certo, invece, un Capo del Governo che, anziché risolvere la crisi economica sette giorni su sette, utilizza parte del proprio tempo per difendersi nelle aule di Tribunale non può fare il Primo Ministro (come può avere la mente libera da pensieri se tutte le settimane è imputato in aula?), tutte le forze politiche lo sanno (e anche il Capo dello Stato), la soluzione non è facile e perfino la recente elezione in Molise (l’ultimo vero sondaggio disponibile) ha confermato che l’Italia è spaccata in due fra destra e sinistra.
Kevin John Carones – faremilano@gmail.com