Il calcio è in difficoltà, le colpe sono molteplici (prima fra tutte la crisi economica), tuttavia, la Lega Calcio ci mette del suo e, squisitamente per i soldi delle televisioni, tradisce i tifosi spettatori, costringendoli a recarsi allo stadio la sera, in questo periodo dell’anno, in condizioni climatiche proibitive.
Domenica, a San Siro, c’è Milan-Napoli ed è prevista una temperatura di -10° gradi: il freddo siberiano di questi giorni sarà anche eccezionale, ma che, fra gennaio e febbraio, possa esserci una temperatura sotto lo zero, la sera a Milano, lo sanno e lo capiscono anche i bambini.
La conseguenza di questa scelta della Lega Calcio è semplice, ovvero, che i tifosi delle squadre che andranno allo stadio saranno sempre meno e a perderci sarà (ed è già) tutto il movimento del pallone (parallelamente, con freddo e gelo la probabilità di infortuni aumenta in via esponenziale, come ben sanno i giocatori del Milan).
In Via Turati, inoltre, il problema è particolarmente grave, prova ne è che gli abbonati al Campionato nella stagione in corso sono stati 13.000 in meno rispetto all’anno precedente (e solitamente la squadra che vince lo Scudetto ha un aumento delle tessere, difficile una contrazione).
Cosa fare, dunque per fare tornare i tifosi e le famiglie allo stadio in futuro? Ricette sicure non ce ne sono, tuttavia, è possibile intraprendere alcuni correttivi:
1) SICUREZZA = Aumentare la sicurezza è un dovere della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC): a Milano, nelle partite di cartello, portare a San Siro un bambino Under 10 può non essere una esperienza piacevole per il piccolo (al recente derby le due curve di Milan e Inter hanno lanciato decine di fumogeni creando disagi a molti spettatori).
2) ORARI PARTITE = Importante e fondamentale sarebbe la scelta di giocare le partite invernali di giorno, soprattutto in una città come Milano, oppure, alternativamente, ipotizzare una pausa invernale, come, peraltro, avviene in alcuni campionati come quello tedesco.
3) CALENDARIO CERTO = Un abbonato avrebbe diritto a sapere, contestualmente alla sottoscrizione della tessera, giorni e orari delle partite, così come avviene per qualunque abbonamento, compreso quello prestigiosissimo del Teatro alla Scala. E invece no, il tifoso del pallone deve pagare al buio, per poi fare coincidere famiglia, lavoro e passione sportiva, fra incastri, rinunce e cambi nominativi, così come i pezzi di un puzzle.
Auspicabile, dunque, che, in maniera civile ed educata, i tifosi delle squadre (e gli addetti ai lavori) facciano sentire la propria voce, e che si possa cambiare questo calendario che fa felice esclusivamente (nel breve periodo) il cassiere di Via Turati: a questo proposito, ben vengano le parole del tecnico della Juventus Antonio Conte a Sky, dopo la comunicazione del rinvio della partita contro il Parma questa sera.
Kevin John Carones – faremilano@gmail.com
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