Ieri mattina al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano c’è stata l’inaugurazione del Memoriale della Shoah, un luogo sacro per le famiglie dei deportati italiani, un posto dove nell’inverno del 1944 partirono i treni per i campi di sterminio, di prigionia e di concentramento (centinaia di persone fra ebrei e prigionieri politici, una manciata quelli che tornarono a casa vivi).
Un luogo per non dimenticare, per studiare, per imparare, per meditare e per evitare che simili eventi e drammi si possano ripetere.
La Comunità Ebraica di Milano sta portando avanti da anni questo progetto di rilevanza mondiale storica e culturale (a regime, il coinvolgimento delle scuole italiane sarà totale), fra mille difficoltà, per lo più di carattere economico.
Tornato a casa, il mio umore non era dei migliori, mio figlio di otto anni si è subito accorto che qualcosa non era andato nel verso giusto e mi ha chiesto il motivo del mio risentimento, ecco, in estrema sintesi, la spiegazione.
La mattinata doveva essere come una festa di compleanno.
C’erano i compagni di classe invitati, alcuni amici extra e un programma specifico da rispettare.
Prima che iniziasse il tutto, un bambino non invitato ha suonato alla porta perché voleva esserci anche lui.
Per educazione, il padrone di casa gli ha aperto la porta e l’ha fatto entrare per partecipare alla festa.
Il bambino, tuttavia, ha passato la giornata a comportarsi in maniera maleducata e poco rispettosa degli altri, inoltre, non contento, quando gli è stato chiesto se la festa gli era piaciuta ha offeso il padrone di casa.
Ecco cosa è successo ieri al Binario 21.
Per la cronaca il bambino maleducato ha un nome e cognome, si chiama Silvio Berlusconi.
Kevin John Carones – faremilano@gmail.com