
In pieno agosto il Secolo XIX, ovvero il più importante quotidiano di Genova, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, pubblicava tre articoli i cui titoli erano eloquenti: “Schiume sospette nella Baia di Sestri”, Rapallo spera nell’ok alla balneazione” e “Recco, mare inquinato ma niente divieto”.
Le tre situazioni sono differenti: a Rapallo il divieto è andato avanti per giorni, a Recco, nonostante la presenza di “colibatteri di origine fecale” (acqua fognaria) il divieto è stato ignorato (fra le proteste dell’opposizione), mentre, a Sestri Levante, nella Baia del Silenzio, erano presenti bolle sospette (situazione denunciata da una residente), ma le analisi effettuate dai tecnici Arpal non hanno dato luogo a problemi.
Al di là dei singoli casi, sorgono, però, spontanee alcune domande, alle quali si spera che i comuni direttamente interessati rispondano in maniera esaustiva: cosa sta succedendo al mare ligure (e al Golfo del Tigullio in particolare), da sempre meta di seconde case di milanesi? Come possono essere tranquillizzati i cittadini lombardi in un’ottica futura? Quali strategie intendono adottare i comuni del Tigullio per prevenire il ripetersi di simili disagi?
Con la speranza che, posti bellissimi come la Baia del Silenzio non diventino in breve tempo la Baia del Pestilenzio, come ironicamente (e con un po’ di malizia) è stata soprannominata dal nostro amico Riccardo, il quale, si trovava in zona e notava con stupore e disappunto il colore dell’acqua.
Kevin John Carones – faremilano@gmail.com

