Milano omaggio il Faber – Fabrizio De Andrè, con una mostra che si terrà dall’11 marzo al 15 maggio alla Rotonda della Besana. Un doveroso tributo ad uno dei più importanti compositori ed interpreti della canzone italiana, trasversale alle generazioni.
La mostra che si è tenuta lo scorso anno ha avuto oltre 150mila visitatori, oltre 80mila a Roma dove la mostra era all’Ara Pacis, 70mila a Nuoro, a breve Milano.
Fino ad ottobre la mostra era a Palermo e intanto si studia anche la collocazione definitiva (forse per il prossimo anno) del Museo, che probabilmente sarà nelle palazzine dietro il Millo al Porto Antico di Genova.
«Perché De André? – ha dichiarato l’assessore milanese alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory-. Il “cantastorie” De André plasma il suo linguaggio per entrare nell’anima delle cose, con un anarchico sentimento che si riverbera nelle parole e nelle ispirazioni musicali dei suoi testi, manifesti contro l’arroganza e l’abuso dei poteri».
Molti testi delle sue canzoni raccontano storie di emarginati, ribelli, prostitute e persone spesso ai margini della società, e sono state considerate da alcuni critici come vere e proprie poesie, tanto da essere inserite nelle antologie scolastiche.
Era conosciuto anche come Faber, soprannome datogli dall’amico d’infanzia Paolo Villaggio e derivante dalla sua predilezione per i pastelli della Faber-Castell.
In quasi 40 anni di attività artistica, De André ha inciso tredici album in studio, più alcune canzoni pubblicate solo come singoli e poi ripubblicate in varie antologie.
Di simpatie politiche anarchiche, libertarie e pacifiste, è stato anche uno degli artisti che maggiormente ha valorizzato la lingua ligure ed esplorato, in misura minore, il sardo, il gallurese e il napoletano.
La popolarità e l’alto livello artistico del suo canzoniere hanno spinto alcune istituzioni a dedicargli vie, piazze, parchi, biblioteche e scuole subito dopo la sua prematura scomparsa.
Anna Sara Balloni – faremilano@gmail.com